In Italia l’anno prima la macchina bolognese aveva stabilito il record del Mondo sui 10km lanciati, aveva vinto in Gran Premio di Roma ma a Indianapolis non la vogliono.
Come da programmi sportivi la Maserati ha in calendario la partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis con la nuova V4, sedici cilindri, compressore 3980cc di cilindrata. Per Borzacchini, abituato a controllare l’auto in curve e contro curve, la corsa americana di Indianapolis, da disputare in un catino ovale di 4,023km, suscita un giudizio non molto positivo in quanto pur disponendo di una vettura dotata di una potenza decisamente interessante che dovrebbe garantire ottime chances velocistiche non vede adatti alle sollecitazioni di quell’atipico tracciato nè il telaio nè le sospensioni della sedici cilindri. Con Ernesto Maserati, che assiste direttamente la V4, Borzacchini, confortato nell’abitacolo dalla presenza del robusto americano James Rossi come “secondo”, per alcuni giorni prova il velocissimo percorso caratterizzato da quattro curve a novanta gradi sopraelevate di nove gradi e dal pavimento a mattoni, uno dei quali d’oro massiccio è saldamente inserito sulla linea d’arrivo. L’avventura di Indianapolis prima di iniziare ha subito una non gradita sorpresa. In sede delle verifiche tecniche la Maserati V4, per regolamento viene mutilata dei due compressori, con il risultato che nel corso delle prove ufficiali non promette niente di buono: agli alti giri, quando deve portare la vettura alla massima velocità, il motore rata perdendo in potenza e slancio. Della corsa americana, vinta da Billy Arnold con la Miller Hartz con un pizzico di umorismo ricorda: “Ci rendemmo subito conto che la nostra presenza sarebbe servita solo per fare esperienza. Fin dai primi giri di prova, mi mancò la concentrazione necessaria per affrontare quelle strane curve che dopo esserci piombato dentro ad oltre 250Kh/h mi facevano tornare in mente quelle della gara disputata con Faraglia sulla pista di cemento delle Acciaierie di Terni.”
(Estratto dal Libro “Il fratellino di Nuvolari“)