Al termine del X Giro di Sicilia Targa Florio, un nutrito gruppo di piloti, dopo l’arrivo trova poco piacevoli sorprese.
La corsa, organizzata come 34a Targa Florio, si disputa sullo stesso itinerario del 1938 con la differenza che la distanza prevista su 1080km ne fa un cocktail massacrante. Alla corsa palermitana, mentre l’Ingegner Speluzzi è affaccendato nella punzonatura delle macchine, i piloti e la gente, in attesa della partenza si dedicano all’asta alla ricerca dei nomi dei probabili vincitori. Alberto Ascari viene comprato a 45.000lire, Biondetti, Rol e Mario Bornigia a 25.000lire, Villoresi nella 2000cc, che risulta poi il più quotato in assoluto, ottiene 49.000lire, nella 1100cc tocca a Nuvolari essere offerto a 40.000lire. Fagioli viene puntato a 13.000lire.
Trascorsa mezzanotte le piccole cilindrate, nelle quali figura l’Osca di Fagioli-Diotallevi e l’Abarth Cisitalia di Nuvolari, si trascinano dietro le macchine più performanti con Musso, Bernabei, Marzotto e Ascari. Con la notte che si fa sempre più buia, anche perché la corsa è accompagnata da una fastidiosa pioggia che rende viscida la strada, la corsa diventa quasi una scommessa da vincere alla luce dei fari che vanno poco oltre il muso della macchina. Strada facendo nel buio della notte, per un guasto ai fari si perde Nuvolari, mentre l’Osca di Fagioli lascia l’osimano fermo con il cambio rotto. Anche al comando le sorprese non mancano e i ritiri della Ferrari di Ascari, seguito da Biondetti e Bonetto lasciano la vittoria a Bornigia.
A fine gara alcune sorprese: per Fagioli, ritirato, una ammonizione per una irregolarità, per la Teresa De Filippis partita a spinta, mentre Sbordone, Zaffiri e Lietti esclusione per irregolarità segnano qeusta edizione della34a Targa Florio
(estratto da: “Luigi Fagioli il pilota che non disse mai basta“