Alla Coppa Acerbo del 1934, gara del debutto in Italia, per la Mercedes le premesse riscattate poi con la vittoria finale, non sono delle migliori.
I primi giorni della settimana che anticipa la Coppa Acerbo del 1934, gli squadroni tedeschi dell’Auto Union e della Mercedes occupano, sportivamente parlando, la cittadina di Pescara dove si disputa la X Coppa Acerbo. La Mercedes, con le nuove W25, dopo l’ultima gara del 15 luglio, vinta in Germania dall’Auto Union di Stuck, scende in campo con un terzetto formato da Caracciola, Henne e Fagioli ai quali spetta il compito di contrastare la classe di Nuvolari con la Maserati e la supremazia delle macchine della Scuderia Ferrari affidate a Varzi e al giovane algerino Guy Moll del quale si dice un gran bene. All’arrivo delle macchine tedesche a Pescara, giunte con una decina di camion seguiti da altrettanti per il trasporto delle gomme, la gente assiste incuriosita a guardare quei sigari di colore argento sui quali i meccanici da subito si mettono a alla ricerca di una messa a punto ottimale per affrontare le prove. Per la squadra della Mercedes, sapendo di dovere rispettare i favori dei pronostici che la danno vincente, le prove sono caratterizzate dal nervosismo perché temono per la pioggia incombente che rende la strada scivolosa e piena di insidie. Fagioli alla guida della Mercedes, che si avvia seguita dal sibilo del compressore e dal rumore del motore, è uno tra i primi a scendere sul tracciato per effettuare alcuni giri al termine dei quali dopo avere fermato il tempo sul tempo di 11’27”1/5, che viene migliorato solamente da Varzi con l’Alfa Romeo nell’ultimo giorno di prova, esce di strada danneggiando il muso della Mercedes. Per Neubauer la misura è colma e a questo aggiunge il litigio con gli Organizzatori che, creando una enorme confusione in chi rileva i tempi, hanno previsto l’uso di numeri di gara diversi per le prove e la gara. Alla fine però, alle premesse non esaltanti, il risultato finale che è quello che conta porta la Coppa Acerbo nelle mani di Fagioli.