La Bugatti in crisi di successi, appannaggio delle Mercedes e Auto Union, corre ai ripari portando al GP di Francia una T59 per Benoist.
Gli iscritti che si presentano il 23 giugno al GP di Francia del 1935, anche se poco più di una decina, sono il meglio dell’automobilismo europeo. Per contrastare le macchine tedesche, vetture vicino ai 750kg con oltre 400CV, l’Alfa Romeo si affida alle nuove monoposto 8C di 4000cc da 320 CV,con un peso più vicino ai 700kg, con Chiron e Nuvolari. Le Maserati e Bugatti sono presenti con i vecchi modelli.
Alle verifiche del peso le Mercedes e Auto Union filano via senza problemi, per la SEFAC di Lehoux e la Maserati di Zehender i risultati della bilancia, anche dopo avere tolto sedili e rivestimenti, danno un sovrappeso rispetto ai 750kg previsti dal regolamento, mentre la Bugatti T59 ufficiale di Benoist viene ammessa pur non essendo stata verificata nel proprio box. Alla fine i pesi risultano: per la Mercedes 749kg, Auto Union 746kg, Alfa Romeo 733kg, Maserati 750kg e Bugatti 740kg.
Al via Nuvolari, Stuck e Caracciola si avviano veloci seguiti da Varzi, costretto a fermarsi, mentre Fagioli cerca di avvicinarsi ai battistrada tra i quali, al terzo giro, rallenta Stuck per bloccaggio dei freni.
Nel corso del quarto giro, mentre Caracciola si avvicina a Nuvolari e Fagioli ha sorpassato Stuck, accade l’incredibile. Davanti alle tribune la Bugatti di Benoist perde in piena velocità il cofano motore e dopo una sbandata paurosa, Benoist riprende la corsa fermandosi ai box. Qui, tra l’imbarazzo generale, si scopre il motivo della furtiva verifica ante gara: sotto al cofano non c’è il motore da 3300cc della T59, ma quello della T50 la cui conformazione porta il peso vettura ben oltre i 750kg previsti avendo una cilindrata di 4972cc.
(Estratto da:Luigi Fagioli “Il pilota che non disse mai basta”)