La Mercedes infrangendo le regole sportive ingaggia un pilota, sotto contratto con l’Alfa Romeo, per farlo correre alla Mille Miglia che poi vincerà.
Verso la fine del 1930 iniziarono a circolare notizie che, stante la crisi economica, l’edizione della Mille Miglia del 1931 avrebbe potuto essere l’ultima, a questa si aggiunse la voce che Caracciola avrebbe partecipato con una Mercedes e scosse l’ambiente. In particolare l‘Alfa Romeo che ritenendo il pilota scorretto in quanto aveva con loro degli impegni, ne denunciò il caso alla Federazione tedesca. Poi la storia venne bonariamente risolta e Caracciola poté prendere il via. Per opporsi alla potenza della Mercedes la Casa del Portello si affidò a due fiammanti 8C 2300 per Nuvolari e Arcangeli, mentre, da parte dei francesi la Bugatti mise a disposizione del galliatese Varzi una T50 GS. La Mercedes di Caracciola, anche se l’Alfa di Arcangeli passò prima al controllo di Bologna, sfruttò tutta la sua potenza arrivando al controllo sotto le Torri alla media di 154,222 km/h, polverizzando il precedente record. Dei suoi rivali, il primo,Varzi si era già dovuto fermare. Sull’Appennino iniziò il recupero di Nuvolari, ma già erano apparsi i primi sintomi dei guai alle gomme che avrebbero fermato la rincorsa delle vetture milanesi. A Brescia, come da copione, la poderosa Mercedes di Caracciola riuscì a giungere vittoriosa in Viale Rebuffone.
(estratto da: Baconin il “fratellino” di Nuvolari)