La presenza di quattro fratelli tutti alla guida di altrettante Ferrari segna la Mille Miglia del 1950, poi vinta dal più giovane.
Per la sua diciassettesima edizione la gara, scaramanticamente, muta denominazione assumendo quella di “La Mille Miglia del 1950 per la Coppa Franco Mazzotti”.
Purtroppo questo “escamotage” scaramantico non è sufficiente a scongiurare i moltissimi incidenti, i guai e le “polemiche, inevitabili viste le dimensioni raggiunte dalla gara che annovera ben 375 vetture alla partenza delle quali solo 213 poi torneranno a Brescia. La presenza di quotate squadre come la Scuderia Ferrari con Ascari e Villoresi, dell’Alfa Romeo con Fangio, Rol e Bonetto, la Frazer Nash con Healey alle quali si aggiunge la Jaguar con Biondetti, rendono quasi vane le speranze dei piloti privati. Tra questi i quattro rampolli della famiglia Marzotto. Oltre a Giannino Marzotto, presente con una Ferrari Touring 195S non ufficiale ma privata, a questa edizione della gara bresciana, partecipano anche i suoi tre fratelli, tutti al volante di vetture Ferrari, ma solo Vittorio riesce a tagliere il traguardo in nona posizione assoluta. Memorabile rimane l’arrivo del Conte Marzotto che scende dalla vettura dopo tredici ore di guida indossando un doppiopetto di grisaglia “naturalmente di tessuto Marzotto” con cravatta azzurra dello stesso colore della sua Ferrari 195S. A Giannino Marzotto resta il record di più giovane vincitore della Mille Miglia.
(estratto da: Luigi Fagioli “il pilota che non disse mai basta”)