Nuvolari e Borzacchini avversari della Scuderia Ferrari

Per Nuvolari e Borzacchini le corse sull’Autodromo di Monza del 10 settembre 1933 sono la prima sfida alla Scuderia Ferrari che hanno lasciato da circa un mese.

Per Nuvolari e Borzacchini la data del 10 settembre del 1933 è il giorno in cui correranno contro la loro ex Scuderia Ferrari nell’Autodromo di Monza. Nella struttura brianzola si corsero due gare, il GP d’Italia al mattino e, l’altra il GP di Monza, prevista su due batterie ed una finale, al pomeriggio. Inizialmente questa gara dopo essere stata messa in calendario nel mese di maggio venne rinviata a settembre. Le due gare assumono un significato particolare in quanto vedono, nella prima, la presenza di Nuvolari mentre nella seconda quella di Borzacchini, i due piloti che da un mese hanno lasciato la Scuderia Ferrari.
Terminata la prima batteria, nella quale al penutimo giro la Duesemberg di Trossi sbiellò perdendo olio sulla curva sud, dopo una ripulitura sommaria della pista, da parte dei commissari, vennero schierate le macchine per la seconda batteria.
Al via, tra gli altri, ci sono Mario Umberto Borzacchini con una Maserati 8C 3000 sul cui cofano e radiatore è dipinto il numero 26 e Giuseppe Campari con l’Alfa P3 della Scuderia Ferrari con il numero 22.
Le macchine, con i due Campioni che appaiati vanno subito al comando, si avviano e scompaiono alla vista dei numerosi spettatori che riempiono le tribune. Alla conclusione del giro davanti al pubblico incredulo sono solamente tre i bolidi che veloci passano sotto le tribune. All’appello mancano quelle guidate da Castelbarco, dal piccolo ternano Mario Umberto Borzacchini e da Campari.
Nella curva sud, lontano dagli occhi di testimoni oculari, si è consumato uno degli incidenti più importanti per lo sport motoristico nel corso del quale, in un solo colpo, si è fermata per sempre la corsa di due grandi Campioni.

(Estratto da: Baconin “il fratellino di Nuvolari”)

La Maserati V5 vince il GP Reale di Roma.

Sulla pista del Littorio, il giorno del Decennale, si corre il GP Reale di Roma vinto con facilità dalla Maserati V5 di Fagioli davanti alle Bugatti di Taruffi e Von Morgen.

Sulla pista del Littorio costruita, in soli quattro mesi, dalla Ditta Puricelli per conto della Compagna Nazionale Aeronautica che poi lo cede all’Automobile Club di Roma, in occasione del Decennale (dell’Era Fascista) viene organizzato il GP Reale di Roma. La data cade sul 24 aprile in quanto rappresenta il giorno della fondazione della città eterna. Sui quattro chilometri della pista si disputano tre eliminatorie e un repechage, su 25 giri definito da Nuvolari “ un esame di riparazione”, al quale si aggiunge la finale su 60 giri, per un totale di 240 km.

Di fronte alle Autorità, con il Re davanti a tutti, sono presenti i piloti più quotati, tra questi, Ruggeri con la Maserati V5 che a fine prove, viene affidata a Fagioli.

Superate le batterie, nella finale degli undici piloti al via, il più lesto è Varzi ma il suo vantaggio dura solo il tempo di mandare in temperatura le gomme della Maserati V5 di Fagioli. La possente Maserati ha vita facile e giro dopo giro aumenta il distacco agevolata anche dal fatto che la Bugatti di Varzi lamenta problemi alle ruote.

Nella sua corsa verso il traguardi Fagioli prova a raccogliere tutto quello che la corsa gli mette a disposizione a cominciare dal giro più veloce a 164,30Km/h. La gara di Fagioli, che guadagna manciate di secondi giro dopo giro, entusiasma la folla che lo accoglie al traguardo, dopo essere rimasto in testa per tutti i sessanta giri, con il tempo record di 158,671km/h. Il GP Reale di Roma fu l’ultimo prima della Guerra Mondiale.

Sul podio Taruffi e von Morgen. Varzi sarà solo quarto.

(Estratto da: “Il pilota che non disse mai basta”)

Il gentleman alla Mille Miglia

Il fascino della Mille Miglia richiama anche i piloti umbri, tra questi Antonio Forini che per sei volte si affida al marchio Fiat per poi chiudere con l’Alfa Romeo.

Il fascino della Mille Miglia non poteva non coinvolgere i piloti umbri gentleman del volante. Tra questi, per dimenticare le ferite lasciate dalla guerra c’è chi ha voluto essere presente come Antonio Forini. Un commerciante gestore, insieme alla famiglia, a Bastia Umbra di un deposito di prodotti petroliferi. Appassionato del motorsport nel 1948 si getta come pilota nella mischia prendendo parte alla Pontefelcino-Perugia nella quale con una 1100S vince la categoria. Pur alternandosi alla guida di modelli di auto diversi, ma senza mai abbandonare il marchio torinese, il pilota di Bastia è attivamente presente con eccellenti risultati nelle gare del centro Italia come la Spoleto-Monteluco, il Giro Automobilistico dell’Umbria del quale disputa tutte le edizioni dal 1948 al 1954, il Giro della Toscana, la Vermicino-Rocca di Papa, la Foligno-Pale, la Terni-Marmore. Poi, dopo la guerra, la Mille Miglia torna sulle strade, e Forini come tutti i piloti di rango non riesce a far mancare, nella propria collana di partecipazioni alle corse, le forti sensazioni offerte dalla Mille Miglia, una gara che dal 1950 al 1957 lo segnala presente per sei  volte  con il bilancio, oltremodo positivo, fatto di un ritiro nel 1950 e cinque piazzamenti: quinto nella Categoria Turismo 750 nel 1951, terzo sempre nella Categoria Turismo N 500 nel 1952, ventiduesimo nel 1953 ancora con una vettura Turismo questa volta una 1.3cc , ventiduesimo nella Turismo 750 nel 1954 e, unica volta alla guida di una Alfa Romeo Giulietta SV, tredicesimo nel Turismo 1.3 nel 1957.

(estratto da: “Almanacco del motorismo umbro”)