ADDIO A FERRARI

Il 1933 si presenta con l’abbandono dalle corse della squadra dell’Alfa Romeo le cui vetture sono rilevate dalla Scuderia Ferrari, insieme al trasferimento della più forte coppia di piloti presenti sul mercato. Ripetendo la monotona accoppiata, Nuvolari e Borzacchini scendono in Africa per emergere dalla polvere del deserto, che invade la pista dove si corre il GP di Tunisi, e confermarsi imbattibili campioni davanti ad un lontanissimo Zehender.

Tornato in Italia Borzacchini prende il via alla Mille Miglia, ma giunto a Narni è costretto a scendere anticipatamente dalla brunita Alfa Romeo 8CM che ha una valvola bruciata. Al GP di Monaco, dove il confronto è acerrimo tra Nuvolari, Fagioli e Borzacchini, il galliatese Varzi riesce a contrastare la rimonta del ternano che, dopo il ritiro di Nuvolari all’ultimo giro, si deve accontentare del secondo posto.

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Dopo Monaco si corre il GP di Tripoli che ha uno svolgimento falsato in quanto è abbinato ad una lotteria con biglietti già estratti ed abbinati ai piloti partecipanti. Il montepremi di quasi sei milioni mette in disparte ogni rivalità tra “i fratellini” Nuvolari – Borzacchini e il “nemico” Varzi che, su iniziativa dei possessori dei biglietti a loro abbinati, acconsentono di dividersi i premi vinti con i possessori dei biglietti. La gara di Borzacchini dura pochi chilometri a causa di un guasto meccanico. Tra Nuvolari e Varzi il predestinato alla vittoria, poiché estratto a sorte poco prima della partenza, è il galliatese che taglia il traguardo con un vantaggio di 1/5 di secondo su Nuvolari.

Dopo la corsa d’Africa, Ferrari invia Borzacchini e Nuvolari sul Circuito dell’AVUS dove le Bugatti di Varzi e Czaykowsky riescono a sopravanzare le rosse Alfa dei “fratellini” che, per evitare ad uno dei due di giungere quarto, tagliano ex-aequo il traguardo in terza posizione. Subito dopo, mentre Nuvolari rimane in Germania per correre sul Nurburgring, Borzacchini torna in Italia per la Targa Florio dove in località Collesano, stabilito il record sul giro e distanziati i più prossimi avversari, per un errore di guida mette fuori uso una sospensione dell’Alfa.

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Le Alfa che soffrono di affaticamento meccanico e che Nuvolari vorrebbe sostituite, fanno nascere tra il mantovano e Ferrari motivi di contrasto nei quali rimane coinvolto anche Borzacchini.

Nel corso del mese di luglio, i due piloti lasciano Ferrari intenzionati a gestirsi in proprio e grazie a un accordo con i fratelli Maserati, dai quali Nuvolari ha acquistato due macchine, scendono in campo per provare a contrastare Fagioli, il neo acquisto della Scuderia Ferrari. Il primo round giocato alla Coppa Acerbo è in favore dell’Alfa P3 di Fagioli che approfittando delle sventure tecniche delle Maserati “dei fratellini” si aggiudica la vittoria.

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La rivincita viene spostata in Spagna dove ad emergere, ricalcando il copione dei guasti meccanici su entrambe le Maserati, che appiedano Tazio e Mario Umberto, svetta ancora Fagioli, il portacolori della squadra Ferrari. L’accanimento della sfortuna ha bisogno di essere esorcizzato da una vittoria che Nuvolari e Borzacchini cercano iscrivendo le due Maserati, una al GP di Italia, e l’altra al GP di Monza del 10 settembre.

Come da accordi, la mattina il mantovano corre una corsa che Luigi Fagioli vince alla grande, mentre Borzacchini sarà impegnato in quella del pomeriggio. La corsa alla quale partecipa Borzacchini è prevista su tre batterie, alle quali si aggiunge una finale, con il ternano sorteggiato nella seconda. La prima batteria è vinta dall’olandese Czaykowski alla guida di una Bugatti T54.

La seconda, quella di Borzacchini, parte in ritardo per i lavori di ripristino della pista richiesti per eliminare i residui dell’olio perso all’imbocco della curva nord dalla vettura di Trossi. Come il via viene dato, le vetture partono scomparendo dietro la prima curva avvolte da una nube di fumo e di vapori d’olio bruciato. Al termine del primo passaggio, tra le altre, mancano le vetture di Campari e Borzacchini; poco dopo si saprà che la curva nord dell’autodromo li ha inghiottiti per sempre rendendoli immortali.