Al momento della nascita avvenuta il 28 settembre 1898 alle 2,15 della notte i genitori, Maria Laudomia Ristei e il padre Remo simpatizzante della propaganda fatta da Michail Bakunin un rivoluzionario, filosofo e anarchico esule russo, lo registrano all’anagrafe del Comune di Terni con il nome di Baconino, seguito da due più normali Francesco e Domenico.
Il bimbo cresce, diventa ragazzo, segue gli studi scolastici che, al termine dell’obbligo, abbandona per portare un aiuto alle esigenze della famiglia. E’ con questa idea che Borzacchini, il cui nome gli amici hanno modificato in un più armonico Baconin, influenzato dal rumoroso passaggio delle prime automobili varca la soglia dell’officina-garage di Amerigo Tomassini ed Ezio Conti ai quali chiede di poter lavorare nella loro bottega.
In brevissimo tempo Baconin, grazie alla passione per la meccanica che lo divora, diventa abilissimo non solo nelle riparazioni ma anche nella guida dell’anzianotta Storero. Purtroppo per Borzacchini, non c’è tempo per provare altre emozioni. Lo scoppio della guerra lo costringe alle armi, tenendolo lontano dai motori e dal profumo della benzina bruciata, fino al 1919.
Alla cessazione delle ostilità Baconin torna nell’officina di Tomassini che riorganizza il lavoro affidandogli la responsabilità della scuola guida e del noleggio. L’uso quotidiano dell’Ansaldo, della Rapid della Scat della FIAT, fa acquisire a Borzacchini quella esperienza e sensibilità di guida che all’epoca nessun altro giovane può vantare. Grazie alle polverose e feroci sbandate nella Piazza del Duomo riesce a fare la conoscenza di Maria Mezzetti, che poi sposa nel corso del 1920.


Il virus della velocità, che si è manifestato attraverso le scommesse fatte con l’amico Peppe Pegoraro per affrontarsi, anche con la moto, sulla strada che porta al paese di Marmore, viene curato dall’intervento di Amerigo Tomassini che mette a disposizione di Baconin l’Ansaldo 4C per la disputa della Coppa della Mengara in calendario il 16 maggio del 1923. L’indiscusso primo posto di categoria che porta a casa, è il segno concreto del potenziale e della classe racchiusa in quel fisico ancora acerbo. Il risultato conseguito e la facilità con cui é stata ottenuta la vittoria esalta Borzacchini che decide di avere una Salmson GP.
Dopo averla acquistata e messa a punto nella meccanica con l’aiuto di Tomassini, Luigi Biagioli, Giovanni Vicario e Leonida Filippi, Borzacchini si presenta il 24 maggio del 1925 alla II Coppa della Perugina dalla quale, dopo un aspro confronto con Clerici, con Fagioli, Tortima, Berretta e Stacciari, esce a testa alta salendo sul secondo gradino del podio. Subito dopo la gara perugina segue la terza Coppa della Mengara alla quale partecipa l’eugubino Fagioli ottimo conoscitore della strada. Borzacchini, concentratissimo, dopo aver fatto percorrere alla Salmson le traiettorie più corte va a cogliere il successo di categoria che corrisponde ad un più importante secondo posto assoluto.


Dopo il rientro, a Terni, vengono vissute giornate piene di un intrecciarsi di commenti, di proposte e di progetti per le corse future, che fanno nascere uno spontaneo gruppo di tifosi tra i quali emergono i fratelli Bosco, Micacchi, Pazzaglia, Tomassini, che si rendono disponibili a sostenere parte delle spese che occorreranno a Borzacchini per continuare nell’attività.
Tra il 1925 e il 1927, lasciando solo pochi spiccioli agli avversari, il tenace ternano si innalza al rango di indiscusso ed imbattibile primo attore delle piccole cilindrate. Con facilità, colleziona una serie ininterrotta di quattordici trionfi di categoria, innaffiati da cinque primi posti assoluti uniti da due sorprendenti secondi posti.
La prima vittoria assoluta lo aspetta alla Spoleto-Forca di Cerro del 1925 dove Borzacchini distaccando il secondo di 32″, vince alla media record di 64,361Km/h. Subito dopo, con l’amico Peppe Pegoraro, Baconin scende nel vicino Lazio dove tornando sul podio raccoglie un discreto gruzzolo poi utilizzato per la partecipazione alla Targa Florio del 1926.


La gara siciliana con i suoi 324km tra pietre e polvere è lunga, massacrante, ma la grinta e la tenacità di Borzacchini, dopo un fitto battagliare con gli avversari di categoria durato cinque ore, lo portano ancora a riscuotere il premio del migliore di categoria. Poi, senza tornare a casa, Borzacchini conduce la Salmson al trionfo anche alla Coppa dell’Etna.
La necessità di avere un nuovo mezzo si fa sentire con urgenza alla terza Coppa della Perugina dove Baconin, dopo aver dato lezioni di guida e di tattica nei rifornimenti, pur classificandosi al secondo posto, deve rinunciare alla vittoria per la fusione di una bronzina a poche centinaia di metri dall’arrivo. Prima di sostituire la Salmson GP, Borzacchini fa felici i propri sostenitori vincendo la Terni-Passo della Somma alla quale fa seguire altri cinque sonanti risultati raccolti stracciando gli avversari: sul Circuito di Padova, in Toscana sul Circuito delle Cascine sul quale emergere nei confronti di un irriducibile Fagioli, nel Lazio alla Coppa Tuscolana vinta davanti alla Bugatti dell’amico Pegoraro, non sazio vince ancora in Toscana aggiudicandosi il Circuito di Camaiore.


Poi piegando le resistenze meccaniche delle Bugatti, OM e Chiribiri, emerge alla Coppa Acerbo dove esalta il pubblico con uno scintillante e pirotecnico duello con Fagioli ed Alloatti. Ancora dopo si ripete a Livorno nel Circuito del Montenero nel quale dopo aver disorientato Fagioli, Zampieri, Morel, gli avversari di sempre, porta al trionfo per l’ultima volta la sfinita Salmson GP.
Il 1927 è l’anno dei trionfi alla Coppa della Merluzza, del sofferto secondo posto al Gran Premio di Tripoli, della seconda vittoria di categoria alla Targa Florio che gli restituisce parte delle sventure sofferte in terra d’Africa, e del primo posto conquistato con il record sul giro al Circuito di Messina.