Mille Miglia: è il pilota umbro con più presenze

Non è cosa da molti partecipare alle Mille Miglia per quante volte è stato presente Berti Umberto.

Berti Umberto, nasce a Terni nel 1893, si trasferisce con la famiglia a Città di Castello dove, dagli anni venti, è conosciuto sul territorio dell’Alta Valle del Tevere come attivo titolare della rivendita della Guzzi, che ha sede all’interno dell’Auto-Garage Tiferno. Anche se la passione per le corse lo contagia tardivamente riesce comunque a lasciare profonde tracce nel tessuto sportivo regionale e nazionale. Le sue prime presenze alle gare segnano la data del 1928 e tra queste si ricorda: la partecipazione al Circuito Marchigiano, dove arriva quarto assoluto, unita a quella legata alla più importante corsa italiana: la seconda edizione della Mille Miglia alla quale partecipa, insieme al ternano Antonio Tomassini con una OM riportata a Brescia al ventiquattresimo posto assoluto.
Il pilota tifernate, disertata l’edizione del 1929 per motivi familiari, diventa il pilota della Mille Miglia,  alla quale, senza interruzioni, partecipa con macchine Alfa Romeo fino al 1936 raccogliendo fior di risultati scritti. Nel periodo, dopo due ritiri iniziali, insieme a Giovan Battista Santinelli e Gennaro Auricchio,  raccoglie un settimo, un sesto, un ottavo, un tredicesimo, tutti posti assoluti, e un ultimo ritiro.

Trascorso il periodo bellico, Berti torna ad essere ancora presente alla Mille Miglia nelle edizioni del 1948, con un quarto posto assoluto, con una Fiat 1100, unito nel 1949 a un ritiro segnato con una Lancia Aurelia. Per finire si ripresenta del 1952, a fianco dell’eugubino Pietro Barbetti a bordo di una Ferrari 166 Inter. Conclude l’avventura sportiva prendendo parte alle due edizioni del Giro Automobilistico dell’Umbria: del 1952 e del 1953. Abbandonato lo sport attivo, torna a dedicarsi a tempo pieno all’attività di commerciante. Muore nel 1974.

(da “Almanacco del motorismo umbro”)

Deciso il Campione Umbro su tre gare in salita

Dopo le tre gare in salita valide per il titolo di Campione Umbro di automobilismo, tra i contendenti emerge Alfredo Berretta.

Correva l’anno 1925, quando il sodalizio dell’Automobile Club di Perugia, impegnato nell’organizzazione delle corse automobilistiche già da un paio d’anni, avendo messo in piedi con successo prima la salita della Mengara, poi la più importante e qualificata Coppa della Perugina, per dare lustro e importanza all’attività sportiva dei suoi Soci istituisce il primo titolo di Campione umbro per le gare in salita. Un titolo da attribuire sulla base delle vittorie conseguite in gare con almeno tre classificati; in assenza o a parità di vittorie, il titolo sarebbe andato ai punti.
La prima delle tre gare che si disputa, è la Terni-Passo della Somma dove nessun perugino vince la Categoria, raccolgono punti: Mario Benigni, l’eugubino Ardicino della Porta, Alfredo Berretta e il ternano Belli Rigoletto. La seconda delle gare disputate, la Ponte Felcino-Mengara, al termine dei 22km di strada polverosa, vede vittoriosi di Categoria Della Porta, Benigni e un coraggioso Borzacchini; Berretta anche se giunge secondo, con sedici punti, risulta al comando della classifica parziale. Ma questo non lo avvantaggia in quanto sulla Spoleto-Forca di Cerro le insidie della strada e la fragilità delle macchine possono ribaltare qualsiasi pronostico. Al termine della gara, Benigni centra il bersaglio vincendo la Categoria, cosa che fa anche Borzacchini, Della Porta aggiunge solo punti. Da parte sua anche Alfredo Berretta, che non è stato a guardare, non si lascia sfuggire l’occasione aggiungendo quella seconda decisiva vittoria che portandolo a pari vittorie con Borzacchini fa decidere il Titolo con i piazzamenti. Questa situazione, che lo colloca a un punto di vantaggio su Mario Benigni, lo consacra primo Campione umbro per le gare in salita.

(Estratto da: Polvere e Benzina)

Fagioli e Caracciola in lotta senza quartiere.

La sfida tra Fagioli e Caracciola dopo una lotta senza quartiere avuta nel corso del GP di Tripoli del 1937 a fine gara fa sfiorare la tragedia ai box.

Luigi Fagioli lasciata la Mercedes, passa all’Auto Union per guidare la nuova Tipo C, da 450CV, sulla quale debutta al GP di Tripoli del 1937 insieme a Stuck, Rosemeyer, Von Delius e Hasse. Avversari di lusso sono gli ex compagni della Mercedes: Caracciola, Brauchitsch, Seaman e Lang, il suo ex meccanico. Al termine delle prove la prima fila vede, con quella di Fagioli, tre Auto Union una Mercedes. Al via Caracciola sorprende tutti mettendosi al comando seguito da Stuck, Rosemeyer e Fagioli. Per alcuni giri Caracciola regge il confronto, poi è costretto a cedere il passo . Intanto la corsa, caratterizzata dall’eccessivo consumo di gomme, che costringono un pilota dietro l’altro ai box, scomparso Nuvolari, è una cosa a due tra Auto Union e Mercedes. Fagioli, al trentacinquesimo giro, dopo che per la quinta volta è stato costretto al cambio gomme e a rimontare, si trova a ridosso di Caracciola, al momento in quarta posizione, che gira con tempi inferiori a quelli dell’ex compagno di squadra. Il tedesco accortosi della presenza di Fagioli, inizia una plateale azione di disturbo al grintoso attacco dell’ex compagno di squadra che, per tre giri, tenta in tutti i modi di superare l’avversario, non intimorito neanche dai pugni agitati dall’esasperato “Gigi”.

Per l’infuriato Fagioli, dopo avere provato più volte, quando riesce a scrollarsi di dosso la Mercedes è troppo tardi; gli avversari sono lontani. Lang, beffando Rosemeyer e Delius, è il vincitore. Fagioli, giunto quarto, a gara finita non resiste all’impulso di recarsi nei box Mercedes dove, con un gesto incontrollato, raccolto da terra un martello da ruote lo scaglia, fortunatamente senza colpirlo, contro il non molto sorpreso Caracciola in difesa del quale interviene Lazlo Hartmann che dopo avere bloccato Fagioli, di peso, lo porta fuori dai box della Mercedes.

(Estratto da:Luigi Fagioli -il pilota che non disse mai basta-)