Pontedecimo-Giovi, una gara vinta da un debuttante

La Pontedecimo-Giovi è vinta, a tempo di record, dal neo acquisto della Scuderia Ferrari alla sua prima gara in salita.

il 24 agosto del 1930 i piloti dell’Alfa Romeo sono tutti impegnati con Campari, Varzi e Nuvolari dirottati all’isola di Mann, con Arcangeli inviato al Circuito di Senigallia, alla Scuderia Ferrari per partecipare alla gara in salita della Pontedecimo-Giovi non rimane che chiedere di avere Borzacchini. Alla gara prendono parte una cinquantina di piloti compreso Biondetti, con la sua Bugatti Speciale con motore Maserati, detentore del record della salita. Per Borzacchini la conoscenza del percorso, sul quale è debuttante, viene solo dai chilometri che ha potuto percorrere nelle ricognizioni concesse il giorno delle prove. I tempi degli avversari: Minozzi, Gola, lo stesso Biondetti, sono vicini al record, mentre Baconin non va oltre i 7’57”. La tensione accumulata nelle ore prima della gara, dal pilota di Terni partito prima di Biondetti, scompare con lo scalare della prima marcia. L’avversario da questo momento è solo lo scandire del tempo verso il quale Borzacchini, chiuso nella sua tuta celeste e protetto dal caschetto in pelle, lancia l’Alfa 6C GS 1750 l’unica arma con la quale può vincere la sfida. I 9.650metri di veloci rettilinei e di difficili tornanti della sinuosa e spettacolare strada, scorrono sotto le ruote dell’Alfa che veloce, senza mai rischiare più del necessario, con maestria perfetta, sfruttando le traiettorie più brevi giunge sul traguardo dopo 7’8″. E’ il nuovo record. Ora sta a Biondetti e altri cercare di fare meglio. Gli arrivi che si susseguono non riescono a scalfire il risultato, come non riesce a fare meglio la Bugatti MB del toscano Biondetti la cui prestazione lo colloca solamente al quarto posto.

(Estratto da: Baconin “il fratellino” di Nuvolari)


La sconfitta immeritata.

Nell’isola di Mann la sconfitta immeritata, come riconosciuto da Nuvolari e dal pubblico, per Borzacchini equivale alla vittoria morale.

Nell’isola di Mann il 22 agosto del 1931 si corre una gara alla quale l’Alfa Romeo, per non essere sconfitta, invia Borzacchini, Campari e Nuvolari con tre Alfa Romeo 6C da 2300cc. Il circuito di Belfast è insidioso, con le strade strette e tortuose che attraversano i paesi, la gente pericolosamente ai bordi della strada. Quello che rende la corsa particolare è il regolamento che prevede la partecipazione delle macchine con un handicap in giri attribuito secondo la cilindrata. Maggiore cilindrata, più giri da fare. Le italiane Alfa Romeo, come le Bugatti affidate a Varzi, Chiron e Divo con i loro 4900cc dovranno percorrere pertanto 30 giri, contro i 26 delle più piccole Midget.
La gara parte con le Alfa Romeo che spingono a fondo per cercare di recuperare lo svantaggio, ma non è facile le Midget sono più maneggevoli e sembrano poter reggere l’attacco. Nuvolari, come l’anno prima, quando riuscì a vincere acclamato dal pubblico, si trova a suo agio trascinandosi dietro Campari e Borzacchini e il gruppo delle Bugatti. Giro dopo giro anche la sfortuna ci mette lo zampino fermando Nuvolari, Lord Howe, Birkin, poi Campari. In gara, con la possibilità di vincere, rimane solamente Borzacchini che con grande coraggio recupera giro su giro nei confronti dell’ultima Midget di Black, in testa alla corsa. Quando il distacco è ridotto al minimo ed il pubblico attende l’ultimo sorpasso, la bandiera del direttore di gara sancisce la vittoria dell’inglese Black. Baconin è solo secondo anche se la stampa, il pubblico e lo stesso Nuvolari nel commentare la sconfitta lo additano come vincitore morale.

Estratto da: Baconin “il fratellino” di Nuvolari.

 

Un record ineguagliabile

Dopo avere vinto la Pontedecimo-Giovi, il pilota ternano, scala il monte SVAB dove ottiene un record ineguagliabile.

Borzacchini, passato nel 1930 a far parte della squadra dell’Alfa Romeo che lo iscrive al Circuito del Montenero con una Alfa 6C dove arriva quarto, ha come obbligo contrattuale di prendere parte ad alcune gare in rappresentanza della Scuderia Ferrari, che gestisce alcune macchine del Biscione nelle corse disertate dall’Alfa. Il 24 agosto, dopo aver preso parte alla Coppa Acerbo, la Ferrari avendo dirottato gli altri piloti alla ricerca di vittorie in giro per l’Europa: Varzi e Nuvolari a Belfast, Arcangeli a Senigallia, seguito direttamente da Ferrari, il ternano è iscritto alla corsa in salita della Pontedecimo-Giovi seguito dalla Sig.ra Laura, la moglie di Ferrari. Il record della corsa ligure appartiene al toscano Biondetti che con una Bugatti è presente sul Giovi per tentare di ripetere l’exploit. Conclusa la scalata del toscano, si avvia l’Alfa di Baconin che, condotta sulle traiettorie più brevi, scollina al termine dei 9.760metri con il tempo di 7.8″0/0 alla velocità di 82,093km/h che rappresenta anche il nuovo record. Il 21 settembre Baconin Borzacchini con un’Alfa P2 viene inviato in Ungheria, alla salita del monte SVAB cccche con i suoi 5,017m è valida per il Campionato Europeo. Dal nugolo di bianche Austro Daimler e celesti Bugatti, con grande carattere e supremazia, emerge Baconin Borzacchini che vince stabilendo anche il record della corsa. Alla storia non passa solo la splendida vittoria ma anche una nota curiosa che rende il risultato unico, non tanto per il tempo ottenuto di 7’37″9/10, per la media oraria risultata di 82,093km/h; la stessa ottenuta alla Pontedecimo-Giovi, un paio di settimane prima.

(Estratto da: Baconin”il fratellino” di Nuvolari)