Il Gran Premio vinto ex-aequo

Nè la Maserati di Fagioli, la Bugatti di Varzi nulla possono, nel Gran Premio di Tunisi del 1933, contro le Alfa della Scuderia Ferrari

Dopo quasi tre anni di difesa dei colori dell’Alfa Romeo, la coppia Nuvolari e Mario Umberto Borzacchini, che la stampa annota come i “fratellini”, firma per la Scuderia Ferrari avendo la Casa milanese abbandonato le corse. La prima gara alla quale la coppia è iscritta è il Gran Premio di Tunisi del 1933. Alla gara africana, disputata sul Circuito di Cartagine, dove i concorrenti sono stati scelti su invito, per dividersi i quasi 100.000Fr messi in palio, scendono la Maserati con Fagioli, la Bugatti con Varzi, a fianco dei quali si trovano: Moll, Lehoux, Czaykowsky con un’altra ventina di avversari. Al via del Gran Premio, Borzacchini lasciata la seconda fila, prende il comando. Nei successivi trenta chilometri il mantovano va al comando seguito da Borzacchini che anticipa Varzi di una decina di secondi. A un terzo dei trentasette giri previsti le due Alfa dei “fratellini” sono le uniche a pieni giri. A sette giri dalla fine complice un rifornimento dell’Alfa di Nuvolari Borzacchini è di nuovo al comando, mentre l’avversario più vicino è il tedesco Pietsch. Al penultimo giro del Gran Premio, con le due Alfa che procedono ravvicinate, l’interesse della gente si riaccende per scoprire il nome del vincitore girando la testa verso l’inizio del rettilineo sul quale compaiono le due macchine che in velocità, dopo un cenno d’intesa trai due piloti, tagliano il traguardo appaiate. Per la classifica, secondo i cronometristi ha vinto Nuvolari per 1/5 di secondo essendo partito una fila dietro, per i fratellini“, invece, hanno vinto entrambi nessuno dei due è giunto secondo.

(Estratto da: -Baconin “il fratellino” di Nuvolari-)


Per correre raggira le regole della F.I.A.

Le regole della F.I.A. vogliono le macchine con i colori della nazione costruttrice e alla Coppa della Perugina c’è chi si adegua notte tempo.

Alla fine del 1924 le regole della F.I.A. -Autorità sportiva internazionale per lo sport dell’Automobile-, per dare risalto alla nazionalità delle case costruttrici, vogliono che le macchine nel momento in cui partecipano ad una gara siano contraddistinte ciascuna da un colore diverso. Questo in rappresentanza di ogni nazione. Le macchine italiane dovranno avere il colore rosso, le inglesi il verde, le belga il giallo, le francesi il celeste, le tedesche il bianco e così via.

Nel 1925, alle verifiche della seconda Coppa della Perugina la Mercedes 180HP, di Anselmo Cesaroni, con le sue lamiere verniciate di un rosso sgargiante, non è trovata conforme e per tanto non può essere ammessa alla corsa. Cesaroni, all’osservazione dei Commissaria che non vuole rinunciare a scendere in campo ha un moto di stizza, poi dopo avere riflettuto trova una soluzione. Con l’aiuto di un paio di amici porta la macchina nell’officina Lancia di Belcalzi-Chiuini, collocata nella Piazza della Fontana, dove fa sparire il colore della carrozzeria sotto una “verniciata” di bianco data con una mano di “calce”. Il giorno successivo, caratterizzato da un cielo carico di nubi che non promette niente di buono, il pilota di San Feliciano, risolti i problemi estetici imposti dalla FIA, tra la sorpresa della gente si schiera al via con la Mercedes di un bianco immacolato. La soluzione trovata, una volta partita la corsa, però dura veramente poco giusto il tempo di percorrere qualche chilometro nel corso dei quali le prime gocce di pioggia sono sufficienti a far tornare a galla il rosso brunito della carrozzeria della Mercedes.

(Esstratto da: -Coppa della Perugina Giro Automobilistico dell’Umbria-)

 



Coppa della Perugina e Giro dell’Umbria Genialità d’altri tempi

Coppa della Perugina e Giro dell’Umbria due indimenticabili corse raccontate in un libro presentato alla Fiera di Padova.

Coppa della Perugina e Giro dell’Umbria sono tornate nei ricordi degli sportivi e della gente grazie al libro scritto a due mani da Giuseppe Prisco e presentato il 23 ottobre ultimo scorso, in occasione della Fiera di Padova, nel Padiglione dell’ASI. Il libro che come sottotitolo ha una azzeccata definizione: “Genialità d’altri tempi” presenta nelle duecento otto pagine con 323 foto in bianco nero e a colori, da leggere e sfogliare tutto d’un fiato, la certosina e precisa organizzazione della gara umbra, ideata da Giovanni Buitoni, per pubblicizzare, dal 1924 al 1927, i prodotti dell’Azienda dolciaria perugina. Una scelta pubblicitaria poi proseguita, dal 1952 al 1954, quando è stato unito il nome del marchio aziendale al Giro Automobilistico dell’Umbria. Piloti di fama a cominciare da Emilio, Materassi, Gastone Brilli Peri, Ernesto Maserati, Tazio Nuvolari, Baconin Borzacchini, Luigi Fagioli, per poi finire a Roberto Vallone, Luigi Musso, Vincenzo Auricchio, Clemente Biondetti hanno avuto l’onore di partecipare a questa corsa i cui ricordi sono stati rispolverati dalle pagine di questo libro.