Da una geniale idea di Giovanni Buitoni una corsa poco conosciuta per incentivare i piloti alla Coppa della Perugina.
La Coppa della Perugina dopo i primi due successi ottenuti nelle edizioni del 1924 e del 1295, grazie soprattutto alle geniali idee partorite dalle menti dei componenti dell’Automobile Club perugino, come l’asfaltatura di tutti i 16.400m del percorso da Piano di Massiano a Piano di Massiano passando per Madonna Alta, le curve di Centova, S. Sisto, Olmo e Ferro di Cavallo, l’uso delle carrozze ferroviarie, ferme alla stazione, come tribune mobili o la Torre dei servizi, nel 1926 ne venne sfornata un’altra. Per collaudare le strutture, i servizi pensati per lo svolgimento della Coppa della Perugina, le comunicazioni radio, nonché dare ai piloti la possibilità ottimizzare l’organizzazione dei rifornimenti e dell’assistenza nel corso di una vera gara, venne messo in calendario il Gran Premio Perugino del Turismo; una gara da disputare, sette giorni prima della Coppa della Perugina. La data prescelta è il 23 maggio; le macchine, per risparmiare quelle da gara, sono della Categoria Turismo, con una classifica riservata alle Dame. Alla ghiotta occasione, non rinunciano Materassi e Brilli Peri, vincitori delle due precedenti edizioni della Coppa, ai quali si aggiungono Pintacuda, Aymini, i fratelli Alfredo e Riccardo Berretta, l’eugubino Fagioli che portano le presenze a venti unità schierate al via. Per le Dame solo due le presenze quella della Nerazzini Iole e della Firpo Vozzi Emma. Il giorno della gara, davanti al numeroso pubblico, la Diatto di Aymini è al comando, l’Alfa di Pintacuda, che ha come “meccanico” Materassi, è costretta ad inseguire. Nel corso dei sei giri previsti, segnati dal ritiro di Brilli Peri, Carlo Pintacuda stimolato dal “meccanico” Materassi, dopo esser passato al comando va a vincere seguito da Aymini e Cortese.
(Estratto da: La Coppa della Perugina -Storia di una grande Corsa-)