Al primo Gran Premio, dove Luigi Fagioli debutta con l’auto tedesca, l’eugubino dopo una discussione con Neubauer reagisce a modo suo.
Luigi Fagioli, laureato Campione italiano, nel 1933, con sole sette gare vinte con l’Alfa P3 della Scuderia Ferrari, finisce nel mirino della Mercedes che dal primo Gran Premio lo vuole al posto di Caracciola, fermo da quasi un anno per un incidente rimediato a Monaco. Nel contratto che lo lega alla Mercedes, tra l’altro, c’è il vincolo di dover lasciare il passo, nelle gare di casa, al compagno di squadra se più veloce.
Il 3 giugno del 1934, la squadra tedesca si sposta sul circuito del Nurburgring per correre il GP dell’Eifel. La corsa rimane una cosa a due tra Auto Union e Mercedes che schierano, per l’Auto Union, Stuck, Zu Leiningen, e Von Morgen, per la Mercedes, Fagioli e Brauchitsch.
Per Fagioli la gara, partita sotto la pioggia, inizia sotto i migliori auspici. Cogliendo l’attimo del via, in un colpo solo riesce a superare ben sei avversari e a assumere il comando seguito, al termine dei primi 22km, da Brauchitsch, Stuck e Chiron. Al termine del giro successivo un ordine dai box, anche se Brauchitsch non sembra più veloce, impone a Fagioli di lasciare il passo. Al decimo giro, dopo aver lottato con Stuk per il secondo posto, Fagioli continua nella sua azione e quando il vantaggio è una manciata di secondi, dai box giunge il segnale di stop per il rifornimento. Fagioli pur non condividendo la tattica, ritenuta un diversivo per non farlo avvicinare troppo al compagno di squadra, dopo essersi fermato rappresenta ad alta voce a Neubauer il proprio dissenso con colorite espressioni in italiano. Tornato i gara, gli ordini ricevuti e non concordati, rendono i pensieri di Fagioli così turbolenti che nel corso del penultimo giro ferma la macchina ai lati della strada ritirandosi.
(Estratto da: Luigi Fagioli “il pilota che non disse mai basta”)