Le regole della F.I.A. vogliono le macchine con i colori della nazione costruttrice e alla Coppa della Perugina c’è chi si adegua notte tempo.
Alla fine del 1924 le regole della F.I.A. -Autorità sportiva internazionale per lo sport dell’Automobile-, per dare risalto alla nazionalità delle case costruttrici, vogliono che le macchine nel momento in cui partecipano ad una gara siano contraddistinte ciascuna da un colore diverso. Questo in rappresentanza di ogni nazione. Le macchine italiane dovranno avere il colore rosso, le inglesi il verde, le belga il giallo, le francesi il celeste, le tedesche il bianco e così via.
Nel 1925, alle verifiche della seconda Coppa della Perugina la Mercedes 180HP, di Anselmo Cesaroni, con le sue lamiere verniciate di un rosso sgargiante, non è trovata conforme e per tanto non può essere ammessa alla corsa. Cesaroni, all’osservazione dei Commissaria che non vuole rinunciare a scendere in campo ha un moto di stizza, poi dopo avere riflettuto trova una soluzione. Con l’aiuto di un paio di amici porta la macchina nell’officina Lancia di Belcalzi-Chiuini, collocata nella Piazza della Fontana, dove fa sparire il colore della carrozzeria sotto una “verniciata” di bianco data con una mano di “calce”. Il giorno successivo, caratterizzato da un cielo carico di nubi che non promette niente di buono, il pilota di San Feliciano, risolti i problemi estetici imposti dalla FIA, tra la sorpresa della gente si schiera al via con la Mercedes di un bianco immacolato. La soluzione trovata, una volta partita la corsa, però dura veramente poco giusto il tempo di percorrere qualche chilometro nel corso dei quali le prime gocce di pioggia sono sufficienti a far tornare a galla il rosso brunito della carrozzeria della Mercedes.
(Esstratto da: -Coppa della Perugina Giro Automobilistico dell’Umbria-)