Una lunga chermesse automobilistica di 24Ore non è facile da mettere in piedi se non si pensa anche ad avere il pubblico magari invogliandolo a venire.
Il 17 giugno del 1928 sul Circuito delle Tre Fontane, per la quarta volta su di un tracciato ancora diverso, sette giorni dopo il Gran Premio di Roma si corre, sulla distanza delle 24Ore, il Premio Romano del Turismo.
Una gara lunghissima per i piloti e per il pubblico che viene attirato con un ricco montepremi che prevede regali importanti come l’estrazione a sorte di una Fiat 509 e per non annoiare i figli delle famiglie un attrezzato Parco giochi. La partenza del Gran Premio, in pena notte, è folcloristica e vede le macchine schierate per Categoria tutte con i fari accesi e motori in moto. Prime a partire sono le 1100cc tra cui la Salmson iscritta dai fratelli Luigi ed Erminio Fagioli. La gara ancorché lunga e faticosa già dai primi cento chilometri si segnala velocissima con l’Alfa Romeo di Bruno Presenti che tira il gruppo dietro alla quale si è inserita la sorprendente Salmson degli eugubini. Mentre il tempo trascorre con i fari delle macchine che fendono la notte, la gente trascorre le ore alle giostre e al ristorante allestito in attesa del giorno. A metà corsa, le posizioni si sono assestate anche grazie agli inesorabili ritiri per guasti meccanici e con i piloti che ora procedono con più cautela. Davanti a tutti e saldamente al comando è passata l’Alfa affidata a Minoia-Foresti, che poi vincerà, mentre nella 1100cc la coppia Fagioli-Fagioli ha mantenuto il primo posto di Categoria percorrendo ben 1.577km alla media di 78,883km/h.