In un tracciato non certamente adatto alla Lancia D24, come quello ricavato nei 72km della corsa siciliana voluta da Vincenzo Florio, la sport torinese è da record
In questa edizione della Targa Florio rinnovata nelle tribune e nell’asfalto, che prese il via il 30 maggio del 1954, attesissimo dalla stampa e dal pubblico siciliano rimase il duello che avrebbe visto una di fronte all’altra la potente Lancia D24 da 3000cc affidata nelle esperte mani del romano Piero Taruffi, dalla stampa rinominato “Volpe argentata” per la sua chioma canuta, e la più indiscutibilmente più agile Maserati A6GCS di 2000cc che all’interno del suo abitacolo avrebbe ospitato a lato guida l’altro romano, di molti anni più giovane, rispondente al nome di Luigi Musso al quale le cronache riservavano, a pieni consensi, una carriera fatta di soli successi. Il giovane Musso già dal via non si smentisce prendendo con convinzione la testa della corsa approfittando della maneggevolezza della Maserati sul difficile e tortuoso tracciato siciliano. Il giovane Musso guidando con coraggio guadagna secondi e terreno provando a tenere a debita distanza le due Lancia D24 di Castellotti e di Taruffi che ha una tattica attendista. Poi la reazione della “Volpe argentata”, da vero ingegnere della guida, dopo avere iniziato in sordina non si fa attendere più di tanto. Taruffi nei successivi cinque giri, oltre avere riassorbito lo svantaggio iniziale, dopo avere approfittato del ritiro di Castellotti dopo essere passato al comando riesce a mettere tra la sua Lancia D24 e la Maserati di Musso ben sette minuti, tanto è il tempo che lo separa dopo avere tagliato per primo il traguardo dal giovane Musso al quale rimane solamente la “gioia” del secondo posto. La media di Taruffi che conclude a oltre 89km/h risulta il nuovo record del tracciato.