Nell’isola di Mann la sconfitta immeritata, come riconosciuto da Nuvolari e dal pubblico, per Borzacchini equivale alla vittoria morale.
Nell’isola di Mann il 22 agosto del 1931 si corre una gara alla quale l’Alfa Romeo, per non essere sconfitta, invia Borzacchini, Campari e Nuvolari con tre Alfa Romeo 6C da 2300cc. Il circuito di Belfast è insidioso, con le strade strette e tortuose che attraversano i paesi, la gente pericolosamente ai bordi della strada. Quello che rende la corsa particolare è il regolamento che prevede la partecipazione delle macchine con un handicap in giri attribuito secondo la cilindrata. Maggiore cilindrata, più giri da fare. Le italiane Alfa Romeo, come le Bugatti affidate a Varzi, Chiron e Divo con i loro 4900cc dovranno percorrere pertanto 30 giri, contro i 26 delle più piccole Midget.
La gara parte con le Alfa Romeo che spingono a fondo per cercare di recuperare lo svantaggio, ma non è facile le Midget sono più maneggevoli e sembrano poter reggere l’attacco. Nuvolari, come l’anno prima, quando riuscì a vincere acclamato dal pubblico, si trova a suo agio trascinandosi dietro Campari e Borzacchini e il gruppo delle Bugatti. Giro dopo giro anche la sfortuna ci mette lo zampino fermando Nuvolari, Lord Howe, Birkin, poi Campari. In gara, con la possibilità di vincere, rimane solamente Borzacchini che con grande coraggio recupera giro su giro nei confronti dell’ultima Midget di Black, in testa alla corsa. Quando il distacco è ridotto al minimo ed il pubblico attende l’ultimo sorpasso, la bandiera del direttore di gara sancisce la vittoria dell’inglese Black. Baconin è solo secondo anche se la stampa, il pubblico e lo stesso Nuvolari nel commentare la sconfitta lo additano come vincitore morale.
Estratto da: Baconin “il fratellino” di Nuvolari.