Solo un messinese, dalla semisconosciuta cittadina siciliana, sarebbe potuto andare a raccogliere la gloria sportiva a Indianapolis.
Correva l’anno 1930 quando l’intraprendente messinese, Letterio Piccolo Cucinotta, approfittando di un suo viaggio in affari negli Stati Uniti sfruttò l’occasione per imbarcare insieme alle sue carte d’affari anche la sua rossa Maserati 26B targata ME 1820. L’opportunità non fu una avventura iniziata a occhi chiusi ma la partecipazione venne concordata e pianificata insieme ai fratelli Maserati che essendo stati invitati dagli Organizzatori, sulla scia del successo raccolto da Baconin Borzacchini alla guida della V4 12 cilindri con il record del Mondo di velocità a Cremona nel 1929, garantirono al messinese di realizzare il suo progetto con l’assistenza della Casa. Della equipe bolognese facevano parte il pilota Borzacchini, designato alla guida, Ernesto Maserati e gli italo-americani James Rossi e K. Petitto in veste di meccanici dei due piloti oltre a Giuseppe Vittoria, fornitore delle macchine utensili della casa bolognese. Giunti sul Circuito di Indianapolis per la Maserati di Borzacchini si registrò un importante problema rappresentato dall’eliminazione del compressore che alimentava il vorace 12 cilindri in quanto non ammesso per norma regolamentare, la rinuncia in gara costò il conseguente malfunzionamento del motore ed il ritiro dopo soli sette giri. Quello che rappresentò, prima una sorpresa, e in realtà un successo fu la prestazione del messinese che, guidando senza strafare, riuscì a portare al traguardo,con 185 giri percorsi, la 26B che classificato dodicesimo assoluto gli fruttò la somma di 510dollari americani. Rimanendo cosi, sino ad oggi, uno dei pochi italiani a finire la corsa dell’infernale catino e a portare a casa un sostanzioso gruzzoletto che contribuì alle spese.