La vittoria a spinta della Lancia

La cosa siciliana del 29 giugno 1952 presenta alcune novità volute da Vincenzo Florio. La prima riguarda il rifacimento delle strutture di Floriopoli, la seconda il raddoppio della sede stradale nel tratto tra le Tribune e il Bivio di Caltavuturo e, per finire, l’abolizione degli ingaggi a favore del montepremi. Alle dieci, davanti alla solita imponente folla, separati da quarantacinque secondi una dall’altra, prendono il via quarantuno macchine a iniziare dalla BMW 750cc di Piccolo. Gli otto giri della corsa sono duri  e preoccupano più d’uno dei partecipanti: Levegh teme per la sua Talbot che dovrà fare rifornimento d’acqua ogni giro, Bracco con la Ferrari 4100 ha in programma il cambio gomme ogni due giri ma ciò nonostante dopo un giro ha il miglior tempo inseguito da Cabianca che precede la Lancia Aurelia di Bonetto identica a quelle di Valenzano e Anselmi. Al secondo giro scomparso Bracco, Cabianca con l’Osca anticipa la Lancia di Bonetto che strada facendo, per un problema ad una gomma, perde posizione in favore di Cortese. A tre giri dalla fine mentre Cabianca sembra non avere problemi, Bonetto, dopo avere fatto un veloce rifornimento, approfittando della sosta di Cortese sale al secondo posto. Nel corso del penultimo giro mentre le notizie danno il vantaggio di Cabianca a oltre 5’ la rottura di un semiasse ferma l’Osca. In testa c’è la Lancia di Bonetto che giunta a cento metri dal traguardo, dopo avere finito la benzina rabboccata, si ferma; il pilota dopo avere fatto percorrere alla Lancia Aurelia un po’ di strada con il motorino di avviamento, scende e spingendo a braccia la macchina taglia il traguardo. Per sua fortuna Cortese si era ritirato.