Al debutto le gomme penalizzano la Bimotore.

L’idea, per contrastare l’affermata egemonia delle macchine tedesche, di mettere in campo una Alfa Romeo Bimotore è buona ma non tiene conto dei consumi delle gomme.

Al GP di Tripoli del 1935 tra le macchine schierate al via ci sono le due nuove Alfa Bimotore, quella di Chiron da 5300cc in ultima fila e di Nuvolari da 6300cc due file più avanti .Tutti i Team: Mercedes, Auto Union, che hanno portato ben trecento pneumatici, e Scuderia Ferrari sono fortemente preoccupati per l’abrasività del fondo stradale sulle gomme che si prevede faranno la differenza. Al via dalla prima fila, con schierate la Mercedes di Fagioli, le tre Alfa Romeo di Magistri, Barbieri, Dreyfus e la Maserati di Premoli, Fagioli scatta in avanti mentre lungo i tredici chilometri del primo giro alle spalle dell’eugubino la corsa si accende tanto è che alla chiusura del passaggio davanti a tutti c’è Caracciola, seguito da Varzi e Fagioli al terzo posto, Come era nelle previsioni la pista della Mellaha inizia da subito a penalizzare le macchine più potenti a cominciare dalla Bimotore di Nuvolari che nei primi sei giri si è dovuto fermare per due volte. Anche Caracciola è stato costretto a lasciare passare Varzi per rifugiarsi ai box e rientrare un giro dopo; ma nella lotteria delle gomme è stato estratto anche Fagioli, tornato momentaneamente al comando, costretto a fermarsi e ripartire. Il più penalizzato è stato Nuvolari, che favorito nei lunghi rettilinei, è stato costretto a pagare pegno disintegrando, a causa della troppa potenza della Bimotore, ben tredici pneumatici. Da tutto questo bailamme di soste che hanno rivoluzionato anche i risultati della ricca Lotteria abbinata alla gara africana, dopo l’ennesimo distacco del battistrada che ha penalizzato l’Auto Union di Varzi, è emersa la Mercedes di Caracciola mentre alle Bimotore rimangono il quarto e quinto posto.

(Estratto da: “Il pilota che non disse mai basta”)

Quel 7 agosto non tutto andò bene.

Qualsiasi tifoso di fronte ad una richiesta di aiuto da parte di un atleta in difficoltà ci penserebbe sapendo che questo potrebbe danneggiarlo.

In terra Toscana sul nastro di asfalto che si snoda lungo la costa del Tirreno per poi allontanarsi alle spalle di Livorno, dove c’è il traguardo, il 7 agosto del 1938 avendo l’Auto Union rinunciato, scendono in campo per contendersi la vittoria nella Coppa Ciano le macchine tedesche della Mercedes e le italiane Maserati e dell’Alfa Romeo ufficiali avendo la Scuderia Ferrari sospeso l’attività agonistica. All’appuntamento estivo che metterà alla prova il fisico dei piloti sui 232km di gara si presentano in undici, quattro tedeschi e sette italiani. Alla partenza Trossi, partito in prima fila in compagnia di Caracciola, Lang e Farina con l’Alfa Romeo porta la Maserati 8 cilindri davanti all’agguerrito gruppo di inseguitori, primi dei quali Lang e Caracciola con le Mercedes W154 di 2960cc. L’inseguimento dei tedeschi dura un paio di giri al termine dei quali dopo avere preso il comando si alternano a condurre con  Caracciola che fatica a scrollarsi di dosso l’incomodo compagno di squadra. Quando la corsa sembra tradire le aspettative del pubblico italiano che sperava, se non in un trionfo, almeno in una vittoria dei colori italiani le aspettative si riaccendono in quanto Farina sale in seconda posizione grazie a Caracciola che è costretta ai box per un controllo. Le speranze durano poco perché Brauchitsch in piena rimonta supera prima l’italiano e senza fatica anche il compagno di squadra. Ma i colpi di scena non sono finiti, Brauchitsch una volta sceso dalla Mercedes non ha tempo di essere festeggiato che viene escluso dalla classifica per essere avere ripreso la corsa, dopo una fermata, con l’aiuto degli spettatori.

(Estratto da: Il pilota che non disse mai basta)

Un Gran Premio con i diritti di frontiera.

Un Gran Premio, valido per il titolo di Campionato Europeo, richiama in Belgio le migliori guide del momento con Alfa Romeo, Maserati, Auto Union, Mercedes e Bugatti.

Al Gran Premio del Belgio che si corre il 29 luglio un agguerrito gruppo di piloti, in rappresentanza delle Case impegnate nel Campionato d’Europa, sono presenti per battere il record detenuto da Nuvolari. Mentre la stampa riporta le notizie sull’avvicinarsi del giorno, tra la sorpresa generale i due team tedeschi, contrariamente a quanto programmato, decidono all’unanimità di ritirare l’opzione di tutte e cinque le macchine che Stuck, Momberger, Caracciola, Brauchitsch e Fagioli avrebbero dovuto condurre sulla pista di Spa Francorchamps. Inizialmente la stampa attribuisce quale motivo dell’assenza al Gran Premio delle “Frecce d’argento” la mancata messa a punto delle macchine, in realtà il motivo della clamorosa rinuncia, che quasi riduce a zero l’interesse della stampa e del pubblico nei confronti del Gran Premio, è da ricercarsi nell’assurda richiesta di 180.000Fr. avanzata dagli organizzatori alle due Case tedesche per i diritti d’ingresso alla frontiera sull’alcool da queste utilizzato nella preparazione della benzina speciale usata per l’alimentazione dei motori mescolando, all’epoca segretamente, 86 parti di alcool, 8,8 di acetone, 4,4 di nitrobenzene e 0,8 di etere solforico. Il Gran Premio del Belgio rimasta orfana delle squadre tedesche, alle quali si aggiunge all’ultimo momento la conferma dell’assenza di Nuvolari, in seguito a questa mutilazione d’iscritti vede schierati alla partenza solamente sette piloti. Una volta partiti, prima di metà corsa, dalla bagarre vengono tolti, per guasti meccanici, i due alfieri della Scuderia Ferrari: Chiron e Varzi. Tra i cinque rimasti in gara hanno pertanto vita facile i due portabandiera della Bugatti :Dreyfus e Brivio che, senza strafare, riescono a raggiungere il traguardo davanti alla Maserati del francese Sommer.