Il mistero della Maserati V4: due o tre?

Nei due anni e poco più di vita, tra il 1929 e il 1931, la produzione della Maserati V4 interessò per certo, le due unità: una venduta e una trasformata in V5. Dopo la guerra compare un terzo motore.

Dopo la metà del 1929, su progetto di Giulio Maserati, la Casa del Tridente portò all’attenzione del pubblico una bellissima 16 cilindri da corsa di 3961cc, realizzata unendo due motori da 8 cilindri messi in parallelo a V, distinta dalla sigla V4. Il debutto, con il n.ro 48, avvenne in quel di Monza il 15 settembre dello stesso anno guidata da Alfieri Maserati. Nello stesso mese, il pilota di punta del Team Maserati, Baconin Borzacchini raccolse il risultato più importante della storia del modello conquistando a Cremona il Record mondiale sui 10km lanciati a oltre 246 km/h di media avendo su radiatore il n.36. L’anno successivo, sempre con Borzacchini la V4, con il n.ro 14, si aggiudicò il Gran premio di Tripoli per poi tentare di avere qualche soddisfazione alla 500 Miglia di Indianapolis dove, purtroppo la Maserati questa volta con il n.ro 26, per il divieto di usare il compressore dovette ritirarsi. Riportata in Italia si ritrova a Pescara nella Coppa Acerbo, distinta dal n.16, nelle mani di Arcangeli. Nel 1931 Biondetti la usò, con il n.ro 20, nel GP di Tunisi, fino a concludere la sua storia dopo tre gare disputate da Ernesto Maserati, con il n.ro 82, nel GP di Roma, con il n.ro 52, nella Coppa Acerbo, e, con il n.86, nell’ultima gara nel GP di Monza. Da documenti ufficiali si sa che la Maserati produsse con motore/telaio n.4002 solo un’altra V4 che dopo essere stata acquistata il 29 novembre del 1932 e vari passaggi di proprietà, venne condotta da Gazzabini nel GP di Tripoli del 1934, per poi finire fuori dell’Italia con carrozzeria Zagato nelle mani di un certo Eric Erkade. La prima V4, motore/telaio 4001, come la documentazione testimonia essendo rimasta di proprietà della Maserati si sa con certezza, quasi assoluta, sia stata utilizzata nel 1932 per mettere a disposizione di Luigi Fagioli la vincente V5. Ora venendo ad oggi, la cronaca recente che fa prire un interrogativo riporta la scoperta di un motore V4, trovato smontato e nascosto alle attenzioni dei soldati tedeschi, che ha dato origine alla ricostruzione di una nuova V4 nella disponibilità di un collezionista.

Estratto dal Libro: “Il fratellino di Nuvolari”)





A Indianapolis non vogliono il compressore

In Italia l’anno prima la macchina bolognese aveva stabilito il record del Mondo sui 10km lanciati, aveva vinto in Gran Premio di Roma ma a Indianapolis non la vogliono.

Come da programmi sportivi la Maserati ha in calendario la partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis con la nuova V4, sedici cilindri, compressore 3980cc di cilindrata. Per Borzacchini, abituato a controllare l’auto in curve e contro curve, la corsa americana di Indianapolis, da disputare in un catino ovale di 4,023km, suscita un giudizio non molto positivo in quanto pur disponendo di una vettura dotata di una potenza decisamente interessante che dovrebbe garantire ottime chances velocistiche non vede adatti alle sollecitazioni di quell’atipico tracciato nè il telaio nè le sospensioni della sedici cilindri. Con Ernesto Maserati, che assiste direttamente la V4, Borzacchini, confortato nell’abitacolo dalla presenza del robusto americano James Rossi come “secondo”, per alcuni giorni prova il velocissimo percorso caratterizzato da quattro curve a novanta gradi sopraelevate di nove gradi e dal pavimento a mattoni, uno dei quali d’oro massiccio è saldamente inserito sulla linea d’arrivo. L’avventura di Indianapolis prima di iniziare ha subito una non gradita sorpresa. In sede delle verifiche tecniche la Maserati V4, per regolamento viene mutilata dei due compressori, con il risultato che nel corso delle prove ufficiali non promette niente di buono: agli alti giri, quando deve portare la vettura alla massima velocità, il motore rata perdendo in potenza e slancio. Della corsa americana, vinta da Billy Arnold con la Miller Hartz con un pizzico di umorismo ricorda: “Ci rendemmo subito conto che la nostra presenza sarebbe servita solo per fare esperienza. Fin dai primi giri di prova, mi mancò la concentrazione necessaria per affrontare quelle strane curve che dopo esserci piombato dentro ad oltre 250Kh/h mi facevano tornare in mente quelle della gara disputata con Faraglia sulla pista di cemento delle Acciaierie di Terni.”

(Estratto dal Libro “Il fratellino di Nuvolari“)