I Commissari di percorso influenzano la corsa di un pilota

La disattenzione dei Commissari di percorso del Gran Premio induce nell’errore un pilota danneggiando irreparabilmente la sua corsa.

I Commissari di percorso nel  Gran Premio di Monaco del 1936 che si sta svolgendo sotto una pioggia torrenziale hanno il loro da fare. Nella chicane, nel corso del secondo giro sono rimaste coinvolte in un incidente la Mercedes di Chiron sulla quale finisce l’Alfa di Farina a sua volta tamponata dalla Mercedes di Brauchitsch. Mentre Caracciola conduce la gara, davanti a Nuvolari che, tra gli spruzzi d’acqua, insegue intenzionato a volere passare al comando, alle loro spalle Rosemeyer e Stuck aumentano il loro vantaggio su Fagioli incappato in un errore di guida al sesto giro. L’eugubino, nel rettilineo delle tribune, a causa di una chiazza d’olio si è reso attore di un duplice testacoda, subito controllato, al termine del quale reindirizza la Mercedes nella giusta direzione riprendendo la corsa. Nel corso dell’ottavo giro, mentre Nuvolari tra gli applausi passa a condurre il Gran Premio davanti a Caracciola, Fagioli, arrivato in prossimità della chicane, dopo essere tornato alle spalle di Stuck trova i commissari intenti a ripulire la sede stradale dalla sabbia e dall’olio. Mentre l’eugubino sta chiudendo la curva un Commissario di percorso poco attento, senza tenere conto della velocità della Mercedes che si sta avvicinando, getta una ulteriore palata di sabbia parte della quale colpisce il pilota. Con un gesto istintivo, di difesa, Fagioli sterza bruscamente causando la scivolata della Mercedes che dopo aver urtato contro il muro, danneggiando la sospensione posteriore destra, si arresta di traverso sulla strada. Poco distante da lì, quasi sullo stesso punto, per ironia della sorte si sono fermate per incidente tre delle quattro Mercedes partite.

(Estratto dal Libro: “Il pilota che non disse mai basta”)

Un Gran Premio con i diritti di frontiera.

Un Gran Premio, valido per il titolo di Campionato Europeo, richiama in Belgio le migliori guide del momento con Alfa Romeo, Maserati, Auto Union, Mercedes e Bugatti.

Al Gran Premio del Belgio che si corre il 29 luglio un agguerrito gruppo di piloti, in rappresentanza delle Case impegnate nel Campionato d’Europa, sono presenti per battere il record detenuto da Nuvolari. Mentre la stampa riporta le notizie sull’avvicinarsi del giorno, tra la sorpresa generale i due team tedeschi, contrariamente a quanto programmato, decidono all’unanimità di ritirare l’opzione di tutte e cinque le macchine che Stuck, Momberger, Caracciola, Brauchitsch e Fagioli avrebbero dovuto condurre sulla pista di Spa Francorchamps. Inizialmente la stampa attribuisce quale motivo dell’assenza al Gran Premio delle “Frecce d’argento” la mancata messa a punto delle macchine, in realtà il motivo della clamorosa rinuncia, che quasi riduce a zero l’interesse della stampa e del pubblico nei confronti del Gran Premio, è da ricercarsi nell’assurda richiesta di 180.000Fr. avanzata dagli organizzatori alle due Case tedesche per i diritti d’ingresso alla frontiera sull’alcool da queste utilizzato nella preparazione della benzina speciale usata per l’alimentazione dei motori mescolando, all’epoca segretamente, 86 parti di alcool, 8,8 di acetone, 4,4 di nitrobenzene e 0,8 di etere solforico. Il Gran Premio del Belgio rimasta orfana delle squadre tedesche, alle quali si aggiunge all’ultimo momento la conferma dell’assenza di Nuvolari, in seguito a questa mutilazione d’iscritti vede schierati alla partenza solamente sette piloti. Una volta partiti, prima di metà corsa, dalla bagarre vengono tolti, per guasti meccanici, i due alfieri della Scuderia Ferrari: Chiron e Varzi. Tra i cinque rimasti in gara hanno pertanto vita facile i due portabandiera della Bugatti :Dreyfus e Brivio che, senza strafare, riescono a raggiungere il traguardo davanti alla Maserati del francese Sommer.

Una Targa Florio vinta passando l’arrivo due volte.

Alla Targa Florio del 1923, come accaduto nel 1919 alla Peugeot del vincitore, l’ Alfa Romeo di Antonio Ascari  dovette tagliare il traguardo per la seconda volta.

La Targa Florio del 1923 ha un epilogo già vissuto, qualche anno prima al momento dell’arrivo, da Boillot con la Peugeot.  Dopo una corsa condotta battagliando per il primo posto con Sivocci e Masetti, Antonio Ascari alla guida di una Alfa Romeo RLTF giunto nei pressi della Stazione di Cerda, a poche centinaia di metri dal traguardo, ormai certo della vittoria si arrestò con l’Alfa in panne. I due occupanti scesi dalla macchina, dopo avere tolto il cofano motore, provarono a rimettere in moto l’ammutolito propulsore ma senza successo. La voce che Ascari era fermo giunse nei box dell’Alfa dai quali, di corsa, partirono due meccanici per dare una mano. In poco tempo si capì che la soluzione migliore fosse quella di spingere la macchina verso il traguardo così fu fatto. In un paio di minuti sotto la spinta di otto nerborute braccia l’impolverata Alfa Romeo riuscì a passare il traguardo ma i commissari fecero segno di non ritenere valido l’arrivo effettuato in quelle condizioni. A questo punto Ascari risalì in macchina, nella fretta non trovando il suo meccanico diede ordine ad uno spettatore di salire, tornò a marcia indietro al bivio, da dove ripartì per tagliare per andare all’arrivo la seconda volta. Troppo tardi; Sivocci nel frattempo era arrivato e aveva vinto. Terzo giunse il veterano della Targa Minoia sull’austriaca Steyer, quarto il Conte Masetti anche lui su Alfa Romeo; ritirati per noie meccaniche Campari e Maserati, mentre Enzo Ferrari ebbe la sfortuna di capottare, senza conseguenze per lui, alla fine del secondo giro poco dopo le tribune.